Al via la campagna di “Be Free cooperativa sociale contro tratta, violenza e discriminazioni” in tema di molestie sul lavoro. Roma, 2024
Di seguito è riportato il testo di lancio della campagna di “Be Free cooperativa sociale contro Tratta, violenza e discriminazioni” in materia di molestie nei luoghi di lavoro.
“IL LAVORO E’ INDISPENSABILE LA MOLESTIA E’ INACCETTABILE
Campagna di sensibilizzazione sul tema delle molestie sul luogo di lavoro a cura di Be Free cooperativa sociale contro Tratta, violenza e discriminazioni.
Se nel tuo lavoro, o nel tuo tirocinio, o in occasioni di colloqui di selezione, ti senti molestata, discriminata, penalizzata da parte di superiori gerarchici, colleghi, sottoposti NON ESITARE A CONTATTARCI.
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). Agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi del lavoro e delle politiche sociali, ha approvato il 19 giugno 2019 la Convenzione n. 190 sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro. L’Italia ha ratificato la Convenzione il 29 ottobre 2021.
DIFENDERTI E’ UN DIRITTO RICONOSCIUTO
NON ESISTE una definizione univoca della molestia sul lavoro: una frase, un gesto, un atteggiamento, una battuta, un invito assumono un significato diverso a seconda della reazione che suscitano in te: se ti creano disagio, SONO INDICATORI DI MOLESTIA. Subire molestie sul lavoro provoca stress, confusione, angoscia, sensi di colpa, e SPESSO CHI LA SUBISCE FA FATICA A DEFINIRLA.
Le molestie e le violenze sul luogo di lavoro non sono riconducibili ad un gesto, un apprezzamento, un avance specifici. La “cartina di tornasole” che fa di un atteggiamento (di un collega, di un superiore, ma anche di un sottoposto) un molestatore è ciò che la persona prova quando qualcuno le si rivolge con questo tipo di atteggiamenti.
La prova della molestia risiede in ciò che prova la persona molestata.
Parliamo dunque di questioni complesse, di atteggiamenti che non sono sempre immediatamente decifrabili da parte di chi li riceve – li subisce.
Potrebbero apparire come forme di cameratismo, di amicizia, di simpatia, di corteggiamento.
Per fare degli esempi, si può parlare di comportamenti fisici (ad es. carezze, toccamenti, strofinamenti), di comportamenti verbali (ad es. apprezzamenti, frasi alludenti, volgarità, linguaggio sessista) di comportamenti non verbali (ad es. sguardi, lettere, email, messaggi whatsapp, sms, o su altri social).
Il luogo che fa da teatro alle molestie può essere il posto di lavoro, ma anche il percorso che si fa per recarsi al lavoro, o i luoghi in cui si va per trasferte o formazioni, o mense, spogliatoi…
Il ruolo professionale della persona che riceve la molestia può essere quello di dipendente, di superiore, di stagista, di persona in formazione, di candidata all’assunzione che sostiene un colloquio di valutazione.
Ciò che rende un atteggiamento molestia è l’intollerabilità per la persona che lo riceve (lo subisce).
CONTATTACI SU befree.campagne@gmail.com per essere aiutata a capire se sei vittima di questo reato, Avvocate, psicologhe, operatrici antiviolenza specializzate ti aiuteranno gratuitamente a fare chiarezza, e ad agire.
L’interesse e la competenza ci deriva dal lavoro frontale di molti anni al fianco di donne che esperiscono violenza nelle relazioni intime. Gestire centri antiviolenza e Casa Rifugio in diversi territori ci ha dato le chiavi di lettura per analizzare il fenomeno delle Molestie sul lavoro in ottica di genere.
La violenza di genere non è un imprevisto nella vita delle donne, non avviene per un improvviso raptus criminale di un uomo ai danni di una partner incapace di avvertirne il pericolo, ma è sistemica, perchè deriva da un assetto di dis-valori stratificato nei secoli, attraverso una strutturata, abissale disparità di significanza, prestigio, riconoscimento e libertà tra gli uomini e le donne.
Grazie alle pratiche di sostegno sviluppate negli anni abbiamo potuto costruire una “toponomastica” delle disparità, venendo in contatto con le molteplici forme che essa assume, e che permeano tutti gli aspetti della nostra vita. Sostenere le donne nei processi di allontanamento dalle situazioni che le privano dell’autodeterminazione, della libertà e, sì, della felicità, ci ha condotto ad essere un laboratorio di incessante ricerca e azione, grazie al quale elaborare e aggiornare continuamente la più adeguata metodologia dell’accoglienza.
Tutto questo lavoro, specializzato e politico, ci ha condotto ad interessarci del tema violenza e molestie sui luoghi di lavoro, un tema che ha la stessa origine della violenza di genere, che ugualmente nasce dalle disparità di potere, e che si nutre degli stereotipi e dei pregiudizi della società patriarcale – anche se non riguarda unicamente le donne, ma diverse identità sessuate.
Dopo l’approvazione della C190 – Convenzione sull’eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro da parte dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) , ratificata in Italia nel marzo 2021, Be Free si è trovata ad occuparsi di questo tema in maniera strutturata, potendo approfondire la propria competenza, e stabilendo proficue forma di collaborazione con Sindacati, Enti Pubblici e del Privato Sociale, Aziende ( tra cui CGIL, Flai, FILCAM, Fisac, Filctem, Camere del Lavoro, INPS, Comune di Cuneo, Città Metropolitana di Roma, Pfizer). Be Free è stata coinvolta, quale unica organizzazione di donne contro la violenza sulle donne, nel corso biennale di Formazione sulle molestie sul lavoro nell’ambito del progetto SP@CE (Sviluppo Prevenzionistico per il Contenimento degli Eventi Avversi e l’eliminazione della Violenza e delle Molestie nel Mondo del Lavoro) – organizzato da Fondazione Di Vittorio con i sindacati Cgil, Cisl e Uil – che ci ha portato ad incontrare oltre 4500 lavoratrici e lavoratori sul territorio nazionale.
Durante tutto questo lavoro abbiamo studiato, formato, ascoltato, sempre cercando di capire, sempre ascoltando con rispetto quanto lavoratrici e lavoratori ci dicevano, ed abbiamo capito quanto sia utile il nostro “cassetto degli attrezzi” anche per lavorare su questo tema.
Gli scopi della campagna lanciata sono:
– Avvicinare le donne a questo tema, ancora poco conosciuto, ma che ha un sommerso estremamente esteso per offrire loro percorsi di fuoriuscita dalla violenza attraverso colloqui psico-sociali e consulenze specialistiche, ed attivando, di concerto con loro, i diversi percorsi istituzionali previsti (attraverso, ad esempio, Cug, Consigliera di Parita’, altri servizi ad hoc presenti nell’organizzazione/azienda, Ispettorato del lavoro)
– Co-costruire con tutti gli attori coinvolti Corsi di Formazione e buone pratiche di intervento”.