Le ricerche dell’Osservatorio sul contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni multiple: Le carriere alias nelle università
Il presente contributo introduce la mappatura delle carriere alias effettuata tramite una ricerca avente ad oggetto i regolamenti presenti negli atenei pubblici italiani realizzata tra il 2023 e il 2024 con il contributo delle studentesse del corso della Clinica legale sul contrasto alla violenza di genere e alle discriminazioni multiple del dipartimento di giurisprudenza di Roma Tre e il supporto dell’organizzazione giovanile Rete della conoscenza.
La carriera alias è uno strumento funzionale a garantire il riconoscimento dell’identità di genere delle persone transgender al fine di promuovere il benessere fisico, psicologico e relazionale nei luoghi di studio e di lavoro[1]. Numerose università e più recentemente anche diversi istituti superiori e luoghi di lavoro si sono dotati di questo dispositivo che corrisponde a un «patto interno»[2] tra la struttura di riferimento e la persona richiedente. In seguito alla sottoscrizione dell’accordo di riservatezza, chi ha attivato la carriera alias impiega il proprio nome d’elezione in sostituzione del deadname, corrispondente al nome anagrafico, in tutte le attività inerenti alla propria carriera.
L’introduzione di questa procedura all’interno dei regolamenti delle università è strettamente legata agli ostacoli che le persone trans e non binarie incontrano nei percorsi di affermazione di genere. In molti ordinamenti, la rettifica anagrafica rappresenta il tassello conclusivo di un lungo e costoso iter burocratico. Le esperienze delle persone trans possono variano notevolmente le une dalle altre ma la burocrazia e le istituzioni che governano la vita quotidiana «rifiutano quasi sempre questa complessità»[3]: la categorizzazione e la regolamentazione legale del sesso costringe tutte le persone in un sistema rigidamente binario che ignora la diversità umana e richiede alle persone trans di dimostrare costantemente la loro “autenticità” per confutare la presunzione del sesso legale decretata dai loro certificati di nascita[4]. Le categorie di genere sono infatti profondamente radicate nei sistemi giuridici che in svariati ambiti (dal diritto di famiglia fino all’amministrazione delle strutture di detenzione) fanno affidamento sulla binaria ripartizione nelle categorie del maschile e del femminile[5].
Ad oggi, nell’ordinamento italiano la legge prevede il coinvolgimento necessario dell’autorità giudiziaria per la rettifica anagrafica. La normativa di riferimento in materia è la legge 14 aprile 1982 n. 164, rubricata “norme in materia di rettificazione di attribuzione di sesso”, che al momento della sua approvazione rappresentò un traguardo storico raggiunto dal MIT (Movimento Identità Trans) e dalla comunità trans italiana[6]: l’Italia figura infatti tra i primi Paesi europei ad introdurre nel proprio ordinamento delle disposizioni in materia di “adeguamento chirurgico dei caratteri sessuali”. In ogni caso oggi è la stessa comunità transgender e non binaria a chiedere che l’impianto della legge 164 venga completamente modificato per garantire un pieno ed effettivo diritto all’autodeterminazione[7].
Nel tempo alcune pronunce hanno permesso un progressivo adeguamento della legge 164 ai principi costituzionali. Di particolare rilievo sono le due sentenze del 2015 della Corte di cassazione n. 15138/2015 e della Corte costituzionale n. 221/2015, con le quali le Corti hanno sancito la non obbligatorietà degli interventi di modifica dei caratteri sessuali primari e secondari ai fini della rettifica anagrafica: tale obbligo, ritenuto sussistente dalla giurisprudenza di merito, risulta incompatibile con gli articoli 2, 3 e 32 della Costituzione, nonché con l’art.8 CEDU. Più in generale con la sentenza n.221/2015, la Corte costituzionale conferma che il ruolo della legge 164 è proprio quello «di garanzia del diritto all’identità di genere, come espressione del diritto all’identità personale (art. 2 Cost. e art. 8 della CEDU) e, al tempo stesso, di strumento per la piena realizzazione del diritto, dotato anch’esso di copertura costituzionale, alla salute».
Dunque, chi intraprende oggi un percorso di affermazione di genere può richiedere al giudice del Tribunale competente la rettifica anagrafica prima, contestualmente o indipendentemente[8] dalla richiesta di “riattribuzione chirurgica”. Tuttavia, rimane comunque centrale nel «modello medico-psichiatrico italiano»[9] la presenza di una diagnosi di disforia di genere. Pur non essendo presenti indicazioni specifiche nella legge 164 e nell’art.31 del decreto legislativo n.150/2011, che disciplina alcuni aspetti procedurali, nella prassi dei tribunali, al richiedente è richiesto di produrre in giudizio certificazioni psicologiche o psichiatriche volte a dimostrare la sussistenza di disforia di genere, insieme ad altra documentazione comprovante la volontà irreversibile di procedere alla rettifica del genere e, infine, certificazione ginecologica o endocrinologica attestante l’assenza di fattori di rischio di carattere fisico e psicologico sia per la terapia endocrinologica intrapresa che per l’eventuale intervento di “adeguamento chirurgico dei caratteri sessuali”[10].
Da diversi anni anche la medicina ha riconosciuto la necessità di depatologizzazione delle identità di genere non conformi: nel 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha rimosso l’incongruenza di genere dai manuali diagnostici con gli obiettivi di riconoscere il carattere intrinsecamente non-patologico della disforia di genere e di ridurre il forte stigma associato[11]. L’attuale modello fondato sulla diagnosi di disforia è distante da questa impostazione ed è stato oggetto di numerose critiche dal momento che può essere lo stesso «etichettamento diagnostico» ad essere considerato stigmatizzante per le persone transgender[12]. È stato inoltre evidenziato che il modello medico-psichiatrico perpetri molto spesso forme di transnormatività nell’assistenza clinica e nel riconoscimento giuridico delle esperienze delle persone trans: con questo termine si deve intendere l’imposizione di una visione specifica della vita delle persone transgender fondata su un insieme di stereotipi a cui ci si aspetta che tutte le persone transgender aderiscano, come ad esempio la narrativa del nascere nel corpo sbagliato, la credenza che tutte le persone transgender ricerchino cure mediche o abbiano una visione necessariamente binaria del proprio genere[13].
A differenza del modello italiano, il principio di autodeterminazione è alla base di diverse legislazioni nazionali che hanno predisposto procedure di rettifica anagrafica più rapide e accessibili seguendo la via della degiurisdizionalizzazione e della depatologizzazione. Da ultimo è possibile menzionare l’esempio della Spagna, che tramite la Ley 4/2023 prevede la possibilità di ottenere la rettifica anagrafica sulla base di una semplice dichiarazione di volontà della persona richiedente, senza prevedere il coinvolgimento di alcun tipo di specialista[14]. Oltre alla necessità di superare pratiche lente e patologizzanti, l’attuale quadro legislativo non tiene conto dell’esistenza delle persone non binarie. Sul punto, diversi ordinamenti prevedono la presenza di una “terza opzione” sui documenti: lo Stato di Malta con il Gender Identity, Gender Expression and Sex Characteristics Act del 2015ha introdotto una procedura di riconoscimento legale del genere delle persone sulla base dei princìpi di autodeterminazione e di integrità fisica, mentre dal 2017 è prevista la possibilità di selezionare una terza opzione per tutti i documenti ufficiali e di identità, compresi i permessi di soggiorno e altri documenti rilasciati dalle autorità maltesi alle persone non residenti[15].
Rispetto alle criticità evidenziate relative al quadro legislativo attualmente vigente in Italia occorre menzionare anche la presenza di una risoluzione adottata dal Consiglio d’Europa, che nel 2015 ha invitato gli Stati Membri a implementare delle procedure di riconoscimento legale del genere rapide, trasparenti e accessibili, eliminando gli obblighi di ricorrere a procedure mediche o a diagnosi inerenti alla salute mentale, nonché a considerare l’inclusione dell’opzione del “terzo genere” sui documenti d’identità[16].
Le università italiane che hanno adottato la carriera alias, dunque, garantiscono una forma di riconoscimento del diritto all’identità di genere in assenza o nelle more determinate dell’impostazione della legge 164. La prima università a prevedere la carriera alias è stata l’Università di Torino nel 2003, seguita dalla Federico II di Napoli e dall’Università di Bologna[17]. Ad oggi, secondo i dati raccolti dalla mappatura effettuata dall’Osservatorio Feminist Watch, gli atenei pubblici che hanno regolamentato la carriera alias sono 57 su 67. La previsione della carriera alias nelle università è inoltre contenuta nella Strategia Nazionale LGBT+ 2022-2025 elaborata dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall’UNAR. Tra le azioni individuate vi è infatti quella di «favorire nelle Università il diritto allo studio delle persone transgender anche mediante la diffusione uniforme sul territorio nazionale della carriera alias e del “doppio libretto”»[18] incrementando e diffondendo le buone pratiche relative alla sua applicazione. La regolamentazione della Carriera Alias non è uniforme, tuttavia nel 2021 la Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane ha elaborato delle linee guida a cura di un Gruppo di lavoro interdisciplinare[19]: in seguito diversi atenei hanno seguito tali indicazioni per modificare i propri regolamenti interni.
I due punti principali delle indicazioni contenute nelle linee guida riguardano la centralità del principio di autodeterminazione e il superamento della visione patologizzata della transizione. Le linee guida infatti raccomandano agli Atenei di «voler riconoscere la possibilità di accedere alla carriera Alias a tutti coloro che studiano, lavorano o collaborano con l’Università che ne facciano richiesta»[20]e di semplificare il più possibile la procedura di attivazione, mantenendo la semplice sottoscrizione di un accordo di riservatezza tra la persona interessata e il/la Rettore/Rettrice ed individuando un tutor accademico e amministrativo «tra le persone più adatte e sensibili alla materia»[21] a garanzia della procedura. Relativamente all’accessibilità della carriera alias alle persone non binarie, occorre precisare che, pur non essendo previsto un rimando esplicito da parte delle linee guida, il tenore delle indicazioni fornite sembra voler superare la presenza di ostacoli alla richiesta di tale strumento: attualmente però le soggettività non binarie sono menzionate in modo esplicito esclusivamente dal regolamento dell’Università di Verona[22]. Rispetto alla depatologizzazione, le linee guida richiamano espressamente alla soprarichiamata decisione dell’OMS del 2018. Tale indicazione risulta particolarmente significativa dal momento che molti regolamenti prevedono tutt’oggi che la concessione della carriera alias sia subordinata alla presentazione di certificati diagnostici attestanti la disforia di genere[23].
In conclusione, i diritti delle persone trans e non binarie in Italia faticano a raggiungere un degno livello di riconoscimento a causa di una radicata concezione cis-patriarcale e binaria del genere: queste forti resistenze culturali espongono le persone LGBTQIA+ a numerose forme di discriminazione nella sfera pubblica e privata. Come segnala il World Report 2024 di Human Rights Watch, l’Italia è al 22° posto su 27 paesi dell’UE nella classifica annuale stilata da ILGA-Europe sul rispetto dei diritti delle persone LGBT[24]. Inoltre, secondo una recente indagine Istat – UNAR sulle discriminazioni lavorative rivolta alle persone LGBT[25], un terzo delle persone intervistate dichiara di aver sperimentato un clima ostile sul lavoro, mentre il 44% afferma di aver subito discriminazioni. Il 97,6% ritiene inoltre che le persone trans e non binarie siano molto o abbastanza discriminate[26]. Come esplicita la Corte costituzionale nella già menzionata sentenza n.221/2015 sulla legge 164, «la disposizione in esame costituisce l’approdo di un’evoluzione culturale ed ordinamentale volta al riconoscimento del diritto all’identità di genere quale elemento costitutivo del diritto all’identità personale, rientrante a pieno titolo nell’ambito dei diritti fondamentali della persona (art. 2 Cost. e art. 8 della CEDU)». Sarebbe dunque necessario un cambio di paradigma rispetto alla tutela di tale diritto fondamentale tenendo conto dell’attuale evoluzione che riguarda la comprensione del genere in ambito sociale e scientifico, rivolgendo lo sguardo anche ai modelli di regolamentazione più accessibili dei percorsi di affermazione presenti in altri Paesi, seguendo un processo attualmente già in corso nel contesto dei “micro-ordinamenti” delle università.
Mappatura dei regolamenti delle carriere alias negli atenei pubblici italiani.
Università degli studi di Torino
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias per soggetti in transizione di genere (2022)
Politecnico di Torino
Linee guida per l’attivazione e la gestione di carriere alias per la comunità politecnica (2022)
Università degli studi del Piemonte orientale “Amedeo Avogadro”
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias per gli studenti in transizione di genere (2021)
Università degli studi di Genova
https://unige.it/sites/unige.it/files/documents/Regolamento%20per%20gli%20studenti.pdf
Università degli Studi dell’Insubria
Regolamento per le carriere “alias”
Università degli Studi di Milano
Regolamento per l’attivazione dell’identità alias (2023)
https://www.unimi.it/en/node/12600
https://www.unimi.it/sites/default/files/regolamenti/Regolamento%20identit%C3%A0%20alias.pdf
Politecnico di Milano
Protocollo per l’attivazione e la gestione di un alias per studenti e studentesse dei corsi di laurea, di laurea magistrale, di laurea magistrale a ciclo unico e dei corsi di dottorato e aspiranti tali, in transizione di genere del politecnico di Milano
Università degli studi di Milano-Bicocca
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias (2023)
https://www.unimib.it/sites/default/files/2023-09/Regolamento%20Alias_sito.pdf
Università degli Studi di Bergamo
https://www.unibg.it/studiare/iscriversi/tipi-iscrizione
Università degli Studi di Brescia
Regolamento per l’attivazione e la gestione di identità e carriere alias e per la tutela di testimoni e collaboratori di giustizia (2022)
Università degli Studi di Pavia
Università degli Studi di Trento
Regolamento per l’attivazione e la gestione dell’identità alias per persone transgender o di genere non conforme (2020)
https://infostudenti.unitn.it/it/identita-alias-studenti-studentesse
Università degli Studi di Verona
Università degli studi Ca’ Foscari di Venezia
Dal 2022 art. 13 del Regolamento carriere delle studentesse e degli studenti dell’Università Ca’ Foscari Venezia
https://www.unive.it/pag/33440
Università Iuav di Venezia
https://www.iuav.it/Ateneo1/organi-di-1/comitato-u/—identit/index.htm
Università degli Studi di Padova
Linee guida per la gestione della carriera alias
https://www.unipd.it/sites/unipd.it/files/2022/Allegato_1_Linee%20Guida%20Carriere%20Alias.pdf
Università degli Studi di Udine
Linee guida per l’attivazione e la gestione della «identità alias» e della «carriera alias» all’interno della comunità universitaria dell’ateneo di Udine (2022)
Università degli Studi di Trieste
Regolamento per l’attivazione e la gestione di carriere alias per soggetti in transizione di genere (2021)
https://web.units.it/normativa/regolamenti/regolamento-42510
Università degli Studi di Parma
Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera alias per studentesse e studenti iscritte/i all’università di Parma (aggiornato nel 2023)
https://www.unipr.it/node/15935
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias, sulla base del principio di autodeterminazione di genere, per le persone iscritte ad un corso di studio di Unimore (2021)
Università degli Studi di Bologna
Linee guida per l’attivazione e la gestione delle carriere alias
Università degli Studi di Ferrara
Regolamento dell’Università degli studi di Ferrara per l’attivazione e la gestione di un’identità alias (2022)
Università degli studi “Carlo Bo” di Urbino
Articolo 23 del Regolamento Studenti
Università Politecnica delle Marche – Ancona
Linee guida per la gestione di una carriera alias per studenti e studentesse in transizione di genere dell’universita’ politecnica delle Marche
Università degli Studi di Macerata
Linee guida per l’attivazione e la gestione della carriera alias (2024)
Scuola IMT Alti Studi di Lucca
Linee guida per l’attivazione e la gestione della carriera alias (2024)
https://www.imtlucca.it/it/the-imt-school/statuto-fonti-interne
Università degli Studi di Firenze
https://unifinclude.unifi.it/vp-93-la-carriera-alias.html#
Università degli Studi di Pisa
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias (2020)
https://www.unipi.it/phocadownload/regolamentiallegati/regcaralias.pdf
Scuola Normale Superiore di Pisa
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias (2020)
https://www.sns.it/sites/default/files/2021-04/regolamentocarrierealias.pdf
Scuola Superiore di Studi Universitari e Perfezionamento “S. Anna” di Pisa
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias (2022)
https://www.santannapisa.it/sites/default/files/regolamento_alias_per_pubblicazione.pdf
Università degli Studi di Siena
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias dell’Università di Siena
Università per stranieri di Siena
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias per soggetti in transizione di genere (2018)
Università degli Studi di Perugia
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias per persone in transizione di genere (2016)
Università degli Studi della Tuscia
Regolamento per l’attivazione e la gestione di identità e carriere alias (2023)
https://www.unitus.it/wp-content/uploads/2023/11/reg.to-alias.pdf
Università degli studi di Roma La Sapienza
Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera alias (2023)
https://www.uniroma1.it/sites/default/files/field_file_allegati/regolamentocarrieraalias2023_0.pdf
Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera Alias per soggetti in transizione di genere (2023)
Università degli studi di Roma “Foro Italico”
Regolamento per l’attivazione e la gestione di un’identità alias per persone in transizione di genere (2022)
https://www.uniroma4.it/wp-content/uploads/2023/08/Regolamento-per-alias.pdf
Università degli Studi Roma Tre
Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera alias (2020)
Università degli Studi del Sannio
Iter procedurale di attivazione e gestione della carriera alias (2024)
Università degli studi di Napoli Federico II
Regolamento per l’attivazione e la gestione di carriere alias per soggetti in transizione di genere (2023)
https://www.unina.it/documents/11958/37773483/DR_2081_2023_Reg_Carriere_Alias.pdf
Università degli studi L’Orientale di Napoli
Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera alias (2022)
Università degli studi della Campania “Luigi Vanvitelli”
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias (2022)
https://www.unicampania.it/RipartizioniFS/RS/studenti/04_-_Regolamento_versione_definitiva.pdf
Università degli Studi di Salerno
Regolamento per la gestione della carriera universitaria degli studenti in transizione di genere (2019)
https://web.unisa.it/didattica/segreteria/servizi?servizio=124
Università degli studi di L’Aquila
Linee guida per la gestione di una carriera alias per studentesse e studenti in transizione di genere
https://www.univaq.it/include/utilities/blob.php?item=file&table=allegato&id=5944
Università degli Studi di Teramo
Regolamento per l’attivazione e la gestione di carriera alias degli studenti (2021)
https://www.unite.it/UniTE/Engine/RAServeFile.php/f/regolamenti/Regolamento_carriere_Alias.pdf
Università degli studi Gabriele D’Annunzio di Chieti e Pescara
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias destinata a persone transgender (2023)
https://www.unich.it/sites/default/files/02_testo_regolamento_alias.pdf
Università degli Studi del Molise
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias per persone in transizione di genere (2022)
Università degli Studi di Foggia
Regolamento per l’attivazione e la gestione di un’identità alias per persone in transizione di genere (2021)
https://www.unifg.it/sites/default/files/normative/2022-05/regolamento-identita-alias.pdf
Università degli Studi di Bari
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias per soggetti in transizione di genere dell’Università degli studi di Bari Aldo Moro (2023)
Politecnico di Bari
Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera alias (2023)
http://www.poliba.it/it/ateneo/regolamenti
Università degli studi della Basilicata
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias destinata a persone transgender (2019)
https://portale.unibas.it/site/home/servizi/carriera-alias.html
Università della Calabria
Regolamento per l’attivazione e la gestione della carriera Alias (2021)
https://www.unical.it/media/publications_attachments/551/Carriera_Alias_-_DR_737_del_19.05.2021.pdf
Università degli Studi di Palermo
Regolamento per l’assegnazione di identità alias a persone che vivono una incongruenza di genere (2021)
https://www.unipa.it/target/studenti-iscritti/iscrizioni/identita-alias/index.html
Università degli Studi di Messina
https://www.unime.it/didattica/carriera-alias-unime
Università degli Studi di Catania
Regolamento per l’attivazione e la gestione di una carriera alias delle persone in transizione di genere (2022)
https://www.unict.it/sites/default/files/files/Regolamento%20carriere%20ALIAS.pdf
Università degli Studi di Sassari
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias (2019)
https://www.uniss.it/sites/default/files/2023-09/regolamento_carriere_alias.pdf
Università degli Studi di Cagliari
Regolamento per l’attivazione e la gestione delle carriere alias (2023)
https://www.unica.it/sites/default/files/2024-01/20231221_DR_emanazione_Reg_Alias.pdf
[1]Linee guida per gli Atenei Italiani sull’implementazione della Carriera Alias della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane (2019), p.1
[2]Ivi.
[3]O. Tomchin, Bodies and Bureaucracy: Legal Sex Classification and Marriage-Based Immigration for Trans* People, in California law review, Vol. 101:813, p.821
[4]Ivi.
[5]S. Osella, R. Rubio-Marín, Gender recognition at the crossroads: Four models and the compass of comparative law in I•CON, Vol. 21 No. 2, 574–602, (2023), p.578
[6]G. Malaroda, Un po’ di storia, tante storie In M.R. Marella, M. Caielli, E. Grande, L. Scomparin, J. Long, V. Calderai, F. Azzarri, F. Gianfilippi, A. Lorenzetti, Diritto e persone lgbtqi+, Giappichelli (2022), P.26
[7]Per approfondire si rimanda al lavoro di redazione della proposta di legge per l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone trans e per la garanzia dei diritti delle persone LGBTQIAPK+ compiuto dell’assemblea Stati Genderali <https://statigenderali.com/2023/05/16/la-legge-che-vogliamo-come-persone-trans-non-binarie-e-intersex/ >
[8]Si veda inoltre Tribunale di Roma, sentenza del 7 marzo 2022, rispetto alla non obbligatorietà del trattamento ormonale <https://www.open.online/2023/06/24/terapia-transgender-endocrinologa-giulia-senofonte-intervista/>
[9]A. Crapanzano, B. Carpiniello, F. Pinna, Approccio alla persona con disforia di genere: dal modello psichiatrico italiano al modello emergente basato sul consenso informato in Riv Psichiatr 2021; 56(2), (2021), P.124
[10]A. Nascosi, Profili processuali del procedimento di rettificazione di attribuzione di sesso in Italia e in Francia in Genius (11 gennaio 2023), P.7
[11]E. Sartorelli, La “fragile” depatologizzazione delle persone transgender in Ricerca&Pratica, 39(1):28-29 (2023) p.28
[12] A. Crapanzano, B. Carpiniello, F. Pinna, p.125
[13]Ivi.
[14] A. Riccioli, Il diritto all’identità di genere in Spagna: la Legge 4/2023 sui diritti delle persone LGBTQI+ <https://www.lecostituzionaliste.it/il-diritto-allidentita-di-genere-in-spagna-la-legge-4-2023-sui-diritti-delle-persone-lgbtqi/#:~:text=La%20presente%20legge%20prevede%20la,liberamente%20la%20rettificazione%20del%20sesso>
[15]Malta Minister of health, Legal gender recognition < https://healthservices.gov.mt/en/CMO/transgender-health/Pages/welcome/legal-gender-recognition.aspx >
[16]COE, Resolution 2048 (2015)
[17]Il Riformista (redazione), Cos’è la carriera alias, la procedura che permette agli studenti transgender di cambiare nome a scuola e università (2 dicembre 2021)https://www.ilriformista.it/cose-la-carriera-alias-la-procedura-che-permette-agli-studenti-transgender-di-cambiare-nome-a-scuola-e-universita-264765/
[18]Strategia Nazionale LGBT+ 2022 – 2025 per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, p.25
[19]Linee guida per gli Atenei Italiani sull’implementazione della Carriera Alias della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane (2021)
[20]Ivi.
[21] Linee guida per gli Atenei Italiani sull’implementazione della Carriera Alias della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane (2021), p.2
[22] https://www.univr.it/it/i-nostri-servizi/segreterie-studenti/procedura-alias-per-studenti-trans-o-nonbinary
[23]Si veda ad esempio l’art.2 del Protocollo del Politecnico di Milano il quale richiede che siano allegati alla domanda «un valido documento di identità e la documentazione attestante la presa in carico della/del richiedente da parte di una struttura sanitaria – pubblica o privata -che si occupi di Disforia di genere, per l’attivazione di un percorso o psicoterapeutico, o medico o sia psicoterapeutico sia medico, al fine di consentire l’eventuale riassegnazione del sesso, ai sensi della Legge 164/1982 e successive modifiche». Nel caso dell’Università di Salerno, il Regolamento vigente richiede addirittura che sia allegata «tutta la documentazione comprovante l’avvenuta attivazione del procedimento di rettificazione di attribuzione di sesso, di cui alla Legge 14 aprile 1982, n. 164».
[24]Human Rights Watch, World Report (2024) https://www.unar.it/portale/documents/20125/117570/report-discriminazioni-15maggio.pdf/ac952587-8cc2-9174-6ce7-8a5a849681bb?t=1684151129467
[25]L’indagine Istat-UNAR sulle discriminazioni lavorative nei confronti delle persone lgbt+ (non in unione civile o già in unione) (2022) https://www.unar.it/portale/documents/20125/117570/report-discriminazioni-15maggio.pdf/ac952587-8cc2-9174-6ce7-8a5a849681bb?t=1684151129467
[26]Ibid. p.12